INTERVISTA A FILIBERTO CAPONI

A cura di GIORGIO PASTORE

Era il 1993 quando Filiberto Caponi, al tempo ancora adolescente, visse sulla propria pelle una serie di incontri ravvicinati del terzo tipo con un essere probabilmente extraterrestre. Il tutto accade a Pretare, una frazione di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, a ridosso dei Monti Sibillini, un luogo ricco di fascino e mistero. Secondo la leggenda infatti, qui sarebbe vissuta e avrebbe operato la Sibilla dell’Appennino, all’interno di una profonda grotta, e altri esseri soprannaturali, come gnomi e fate, ma non quelle che potremmo immaginare, bensì degli esseri metà umani e metà caprini, con zoccoli al posto dei piedi. È interessante notare che non è la prima volta che simili esseri vengono visti in prossimità di grotte particolari, rese celebri dalle leggende del luogo. Esiste forse un collegamento con Agharti o con le storie riguardanti la Terra cava? Queste leggende potrebbero trovare la loro origine nella presenza di basi extraterrestri segrete nascoste da sempre nel ventre del Monte Sibilla?

Chiediamolo a Filiberto Caponi, che gentilmente si è offerto di rispondere ad alcune nostre domande.

1 – Ciao Filiberto, innanzitutto, grazie per aver accettato di rispondere a questa intervista. Nel 1993 tu sei stato protagonista di un incontro con uno strano essere. Prima di quel momento credevi già nel soprannaturale e nell’esistenza di altre forme di vita intelligenti extraterrestri?

Innanzitutto, il piacere è mio. Sì, prima dell’episodio che mi ha visto protagonista mi ero già interrogato sulla presenza di altre forme di vita intelligente nell’universo, ma non era tra le mie preoccupazioni principali. Davo per scontato che fosse possibile, certo, e comunque ho sempre sperato che così fosse. E alla fine il destino mi ha accontentato! Poi infatti ho avuto modo di vivere sulla mia pelle questa esperienza, di incontro ravvicinato con un altro essere, non umano… Certo non pensavo che sarebbe stato anche un momento a tratti drammatico, perché quando si ha a che fare con qualcosa che non si conosce bisogna fare i conti con se stessi, il proprio credo religioso e con tutto ciò che si pensava di conoscere. Bisogna fare un reset e ricominciare da zero. Dopo tanti anni comunque posso dire di essere stato fortunato. Qualche tempo fa non la pensavo così ma maturando, arrivato ai miei 50 anni, ho capito che questa cosa merita di essere approfondita e raccontata a un maggior numero di persone possibile. Poi ognuno potrà pensare quello che vuole, nel rispetto reciproco. Io rispetto il pensiero e la parola altrui e mi aspetto che anche gli altri facciano lo stesso nei miei confronti.

Ricostruzione grafica dell’essere incontrato da Filiberto Caponi nel 1993.

2 – Puoi raccontarci brevemente che impressioni hai avuto la prima volta che ti sei trovato di fronte a quell’essere? Ce lo puoi descrivere?

È molto difficile rispondere a questa domanda. Non è sufficiente dire di aver avuto paura… una paura nuova, che mai prima avevo avuto modo di percepire. Una paura anomala. Quel tipo di paura che si prova quando si ha davanti qualcosa che non si conosce. Il cervello di fronte all’impossibile cerca di trovare comunque una spiegazione razionale aggrappandosi a qualsiasi cosa già conosciuta o con cui ci si è già imbattuti nella vita. Nel mio caso, la sera del 9 maggio 1993, mi trovai di fronte uno strano essere e razionalmente pensai dovesse trattarsi di una scimmietta scappata da un circo vicino a casa mia… perché in quel periodo era presente proprio un circo, nei dintorni. Questa spiegazione, di primo acchito mi tranquillizzò un po’, ma poi capii che non poteva essere. Le scimmie erano fatte diversamente. Oltretutto quell’essere era glabro e non era peloso. Così realizzai che doveva trattarsi di una creatura anomala… aliena, in qualche modo. Pensai che potesse essere un animale o magari dei cuccioli impigliati o rinchiusi in un sacchetto di plastica da mano crudele. Emetteva uno strano lamento e pensai che ciò derivasse dal fatto che si trovava costretto “o costretti” in un ambiente angusto. Mi avvicinai, pensando appunto che fosse un animale in difficoltà e con l’intento di liberarlo. Solo dopo averlo toccato con il piede destro, quello che sembrava essere un sacchetto o involucro si rivelò essere di tutt’altra natura… cacciò un urlo e assunse una forma umanoide ma a me sconosciuta, con addosso una parte scura tipo pallone di cuoio mezzo sgonfio… sembrava gonfiarsi e sgonfiarsi come se respirasse, ed era più chiaro nella parte inferiore… Nelle gambe o zampe presentava degli stracci bianchi misti a qualcosa che poi è risultata essere almeno in parte garza medica. Ne rimase un frammento a terra che rinvenne mio padre la stessa sera quando lo accompagnai nel luogo dell’incontro. Solo la testa che appariva totalmente liscia e nuda era color marroncino… misto al bianco e al rosso… era maculata. Non lo vidi solo quella volta, ma successivamente mi apparve diverso, più scarnito e senza involucro e bende sulle gambe. Sembrava sofferente, la pelle sembrava ustionata e con due tubicini che gli uscivano dal petto. Ovviamente potei solo fare delle congetture, pensai fosse una sorta di dispositivo per respirare. La storia di questi incontri durò all’incirca sei mesi e segnò per sempre la mia vita.

Nella foto, l’abitazione di Filiberto Caponi dopo il terremoto del 2016. Interessante notare l’opera d’arte, risparmiata miracolosamente dal sisma.

3 – Quindi, credi che possa esserci un nesso tra la natura di quell’essere e i misteri legati ai Monti Sibillini?

Alla luce del terremoto del 24 agosto 2016, che ha messo in ginocchio il mio territorio, posso dire che è possibile. Premetto che ogni leggenda nasce da un fondo di verità. Ogni anno nel mio paese si rievocavano le leggende lagate proprio alla Sibilla appenninica e agli esseri a lei connessi, come le fate. Sette in tutto, connesse alle forze naturali, all’acqua, al vento, al fuoco, etc. al servizio proprio della Sibilla. Secondo la leggenda, questa maga è invidiosa proprio della popolazione di Pretare (un tempo chiamato Colfiorito), che si trova alle falde dei Monti Sibillini. La Gente non era ricca, non aveva alcun potere se non la semplicità di una vita serena e felice. Invece la Sibilla pur essendo una maga bella, ricca e potente, con un seguito di fate come concubine, non si sentiva altrettanto amata e felice. Invidiava a morte la condizione di quella comunità così felice e serena, mentre nel suo cuore e nella sua mente albergavano pensieri sempre più sinistri e colmi di rabbia.

L’opera d’arte risparmiata dal sisma si trovava all’interno dell’abitazione di Filiberto Caponi. Fu lui stesso a realizzarla, molti anni fa.

Così, decise di vendicarsi. Causò un grande terremoto che distrusse Colfiorito e uccise tutti i suoi abitanti. Così dice la leggenda. Poi, certo, la ciclicità dei terremoti nella zona è così lunga che non è sempre tramandata dalla breve vita degli uomini. Infatti nel 2016 è toccato nuovamente a noi. Alla luce degli eventi sismici ricorrenti nella zona, uno su tutti quello che nell’Agosto di quasi 5 anni fa mi ha visto coinvolto in prima persona… è fin troppo chiaro che la furia della Sibilla narrata nella leggenda altro non è che la furia del terremoto.

Ogni circa 300 anni ce n’è uno sconvolgente. Quindi, credo che la creatura da me vista possa far parte in qualche modo della leggenda. Dalle mie parti (come in molti paesi dell’entroterra Italiano) nei racconti dei più anziani si narrava spesso di Mazzamonelli, Mazzamurelli o Murilli, a seconda della posizione geografica del luogo. Creature fantastiche del folklore tipico del Centro Italia, evocate soprattutto per spaventare i bambini (nella foto, la locandina del periodico evento “Le Fate di Pretare”, organizzata da Filiberto Caponi e Giusy Perico nel 2015).

Ma in realtà, si tratta di esseri legati a storie del passato, a testimonianze di persone che avevano visto o intuito l’esistenza di qualche strana presenza. Senza scomodare extraterrestri, semplicemente si potrebbero associare a fate e gnomi del folklore. Ricordo alcuni articoli di qualche giornale locale riferiti a strani avvistamenti di questo tipo, avvenuti dopo un boato. Forse dovuto a una piccola scossa tellurica o alla caduta di un meteorite. Conosco e ho conosciuto alcuni testimoni oculari (altri non ci sono più) e sono persone genuine, sincere, poco inclini a fantasticare. Ho avuto modo di constatare che queste persone raccontavano episodi realmente accaduti.

Ricordo la vicenda di un reduce di guerra che un giorno aveva raccontato a sua moglie di aver visto nella foresta una schiera di piccoli esseri con grandi teste, lui disse “deformi”, intorno a un loro simile, a terra, probabilmente in difficoltà. Questi racconti potrebbero suggerire che la mia zona sia sempre stata soggetta a episodi surreali e io potrei essere l’ennesimo testimone oculare di simili fatti, sempre avvenuti. Non posso dire se l’essere da me visto fosse un alieno, un extraterrestre… o uno gnomo… ma era sicuramente qualcosa di reale e di non umano. Non si trattava di un’allucinazione, perché scattai anche delle foto. Un’allucinazione non la puoi fotografare. Oltretutto, credo si trattasse di un qualcosa di naturale ma non ancora spiegato. Nulla di paranormale, piuttosto non ancora conosciuto. Forse sono spiegazioni da ricercare nell’ambito della criptozoologia. Chissà! solo con il trascorrere del tempo, probabilmente impareremo a conoscere anche quella parte della natura che ancora ci sfugge. Come le storie lontane di navigatori e pescatori che riferivano di piovre e calamari giganti, attribuiti più alla conseguenza del vizio del bere mista a stanchezza che alla realtà. Poi però quando si sono trovati spiaggiati a diverse latitudini calamari di svariati metri molti hanno smesso di ridere.

4 – Hai mai visto degli UFO (oggetti volanti non identificati)?

La nostra zona è piuttosto famosa in merito agli avvistamenti di carattere ufologico e fenomeni anomali luminosi. Ricordo che nel 1978 ce ne furono parecchi abbastanza importanti. Secondo la capitaneria di Porto di San Benedetto alcuni pescherecci ebbero a che fare con diversi USO (Unidentified Submerged Object) e in un’occasione un’imbarcazione si rovesciò e ci scappò anche il morto… Si cercò di spiegare il fenomeno tirando in causa dei geyser sottomarini e per un certo lasso di tempo si impedì la navigazione nell’Adriatico (Vedi il Caso Amicizia per approfondire questo argomento, N.d.R.). La nostra è una zona interessante, dal punto di vista ufologico. Alcuni anni fa ho anche lavorato come Guardia Ambientale e, leggendo i rapporti redatti da addetti ai lavori ed escursionisti, trovai riportate numerose testimonianze di avvistamenti ufologici. In un’epoca in cui non esistevano né droni né aerei sperimentali che potessero essere scambiati per astronavi extraterrestri. In certi casi, si parlava di oggetti enormi e in grado di compiere manovre “impossibili”, sfidando le più elementari leggi della fisica. Personalmente, sono stato testimone di un avvistamento UFO, ma a Barcellona. Ero con altre persone. Tutti noi vedevmmo questo grande oggetto triangolare enorme volare di notte ed eclissare per qualche secondo la Luna. Aveva tre file di luci sui lati del triangolo e una centrale. Ad un tratto si udì un tonfo e l’oggetto si “mimetizzò”. Praticamente divenne quasi invisibile ai nostri occhi ma si poteva ancora percepire. E questo accadde vicino all’aeroporto di Barcellona. Mi aspettavo che il giorno dopo ne parlassero i giornali, eppure nessun giornale ne parlò, stranamente.

5 – Quante volte, in tutto, hai avuto la fortuna di incontrare quell’essere?

Ho incontrato quell’essere 5 volte, per un totale di 6 foto Polaroid, nell’arco di 6 mesi. La prima volta non lo fotografai. Fu un incontro casuale. Ma capii che quell’essere si aggirava nei pressi di casa mia, ne sentivamo i lamenti la notte… probabilmente perché era in cerca di aiuto. Immaginai questo, ebbi questa sensazione. Così mi attrezzai di macchina fotografica e riuscii a fotografarlo. Avevo una polaroid e fui abbastanza scaltro. Altri lo videro ma non ebbero né la mia stessa idea né la stessa prontezza e credo nemmeno volessero approfondire la questione, anzi, non volevano averci nulla a che fare. Infatti, non volevano averci nulla a che fare, sopratutto dopo quello che ho dovuto passare io con le diverse figure e autorità che si sono avvicendate nel tempo in relazione al mio caso. Per questo, molti si tirarono indietro. Solo pochi coraggiosi presero le mie difese e si schierarono al mio fianco. I più per non avere problemi, pur avendo visto o sentito si tirarono indietro. Non potei nemmeno biasimarli. Ma le testimonianze di questi ultimi vennero comunque raccolte da un centro ufologico, il quale però non le divulgò mai, per motivi di privacy. Il centro ebbe solo il permesso di utilizzare le informazioni per uso interno, ai fini della ricerca scientifica personale. Proprio per questo, iniziai a evitare certi ufologi. Comunque, chi volesse saperne di più è invitato a leggere i miei libri, che raccolgono per filo e per segno quello che successe in questi anni.

6 – Nei tuoi libri, ne descrivi molto bene i movimenti, le reazioni, i suoni che emetteva… Non hai mai avuto paura che potesse nuocere a te o alla tua famiglia?

Sì, assolutamente. Quell’essere non era molto alto ( 40-50 cm al massimo). Tuttavia, scorpioni e ragni son piccoli eppure incutono comunque timore pur essendo noti, ma nessuno si sognerebbe di toccarli o approciarli direttamente. Ricordo che quando lo vidi per la prima volta il tempo sembrò fermarsi! Mi avvicinai, lo guardai, cercai di capire e di comunicare con lui, a parole… Non credo mi capisse, ma sono certo che percepì la mia paura. Io per lui ero una delle tante cose facenti parte di un ambiente per lui straniero. .alieno suppongo.. addirittura ostile. Mentre lui per me era l’anomalia, la cosa “unica”. C’era solo lui. Lui suscitava in me l’assoluto, mentre io per lui facevo parte del paesaggio.

Ebbi la sensazione di avere a che fare con una creatura fredda, quasi meccanica. Questo pensiero mi intimorì ulteriormente. In seguito diversi addetti si lavori, compreso il noto centro ufologico, mi dissero che quell’essere sarebbe anche potuto essere una sorta di sonda bio-meccanica, un EBE, entità biologica exstraterrestre, o un EBI, entità biologica intelligente, l’equivalente delle sonde che noi umani inviamo nel cosmo in cerca di vita intelligente. Pensiamo a quelle inviate su Marte, per esempio. Secondo me, il suo minuto corpo non collimava con il notevole peso che si intuiva avere in relazione al rumore che produceva esercitando una certa forza per spostarsi in quel buffo e anomalo modo. Il Professor Zichichi, che ebbi modo di conoscere in una trasmissione televisiva della Rai dove eravamo ospiti, avanzò l’ipotesi che probabilmente non si trattava del suo eccessivo peso ma piuttosto di una forza eccessiva che la creatura esercitava per contrastare una gravità alla quale non era abituato. Insomma, usando un linguaggio comune, quando correva sembrava molto più pesante di quanto sarebbe dovuto essere. Inoltre, prima di andarsene, pareva prepararsi con un singolare rituale: innarcava la schiena portando tutto il corpo in avanti con la nuca appoggiata su una sorta di gobbetta che aveva sulla schiena. Ma poi capii che la vera minaccia non era lui. Quell’essere anzi, piuttosto che attaccare fuggiva via. È sempre fuggito via. La vera minaccia, lo capii solo in seguito, per me furono gli umani, i miei simili.

7 – In seguito ai vari incontri, i Carabinieri ti requisirono del materiale e in un certo senso ti costrinsero ad abiurare, come fece Galileo Galilei a suo tempo. Oggi, con il senno di poi, ti penti di averlo fatto? Perché arrivasti a tanto?

Nessuno usò violenza su di me o sulla mia famiglia, ma ebbi a che fare con le forze dell’ordine, con la Magistratura e tanti altri organi. Avevo 23 anni a quell’epoca e ammetto che, in certi momenti, mi sentivo come uno dei personaggi di X-Files, proiettato in quel mondo fantastico. Solo dopo, mi sono reso conto di essere stato sottoposto alle attenzioni di organi particolari, con cui la gente solitamente non ha nulla a che fare. Al tempo mi sembrò un’ingiustizia, ma poi capii che collaborare era l’unico modo per uscirne. Da ventitreenne, non potevo affrontare un percorso simile! Volevo solo tornare alla mia vita di tutti i giorni. Tuttavia, affrontai anche quell’esperienza.

Quelle persone sarebbero potute sembrare una minaccia, ma oggi so che stavano solo svolgendo il loro lavoro. Anzi, probabilmente mi protessero anche. Non avevo mai avuto problemi con la legge. Per cui, mi invitarono ad andare in caserma e mi sottoposero ad una sorta di processo per direttissima con tono amichevole ma risoluto, mettendomi di fronte alle varie conseguenze che avrei potuto affrontare a seguito delle mie deisioni. Così optai per quello che sembrava essere il male minore. Dovetti consegnare loro le foto e mi fecero capire che, se avessi proseguito per quella strada, avrei potuto allarmare la popolazione. Mi chiesero se ero davvero intenzionato a prendermi quella rsponsabilità. Ci sarebbero stati dei problemi, probabilmente, anche se non dissi mai che quell’essere poteva essere pericoloso.

All’epoca feci quello che mi sembrò giusto fare… e dopotutto, non è che avessi molta scelta. Abusando di un illustre, uscendo di lì mi sentii come Galileo Galilei e come lui andai avanti nella ricerca della verità malgrado tutto e tutti. Fu una scelta difficile, specialmente per gli anni che avevo, ma ancora oggi dopotutto ne vado fiero. La loro preoccupazione maggiore era quella che la mia vicenda non venisse divulgata all’estero, cosa che comunque poi successe. Ad ogni modo, ho sempre cercato di collaborare con le autorità, controllando e verificando che i vari giornalisti scrivessero le cose com’erano andate, senza stravolgere la realtà delle cose, ma non era facile. Non sempre riuscii ad arginare le non poche licenze dei giornalisti. Ho anche portato avanti azioni legali per eliminare gran parte delle inesattezze che trovavo scritte nei vari siti. Ad ogni modo, oggi credo di avere gestito al meglio il tutto e di aver trovato un equilibrio tra le varie forze in gioco, possibilisti e scettici. La verità sta sempre nel mezzo.

8 – Il materiale fotografico ti venne sottratto. Ma poi anche restituito? Quale fu la reazione delle autorità di fronte a quel materiale? Come terminò quella vicenda con le forze dell’ordine?

Il materiale fotografico venne sequestrato e dopo cinque anni, tramite un legale, ottenni che ritornassero in mio possesso. Tra l’altro, me le restituirono all’interno di una valigetta particolare, perché evidentemente ne compresero l’importanza e che fosse doveroso conservare quelle foto nel giusto modo. Ora le custodisco in un luogo sicuro. Quando apro la valigetta lo faccio solo per pochi minuti, proprio per evitare che le polaroid, avendo parecchi anni ormai, possano deteriorarsi. Io venni assolto dalla denuncia penale che mi era stata mossa per diffusione di notizie false o tendenziose, e disturbo della quiete pubblica, in quanto collaborai fin da subito con le autorità, ma nessun giornale ha scritto mai che fui prosciolto dalle accase, se non uno mi pare… un trafiletto sul Messaggero molti anni dopo. Di fatto, il mio racconto suscitò nelle persone una reazione spropositata. Gruppi di persone si addentravano armate nel bosco in cerca di quella creatura. Di certo, non avrei mai voluto che si arrivasse a tanto e volli assumermi ogni responsabilità.

9 – Molti hanno creduto e credono alla tua storia, molti altri invece no. Cosa ti senti di dire agli scettici?

Non è mai stata una delle mie prerogative quella di convincere gli scettici. Però mi sento in dovere di raccontare questa mia storia. Lo devo anche al mio paese, soprattutto dopo il sisma del 2016 che ha distrutto gli stessi luoghi in cui avvennero questi fatti. L’unica cosa che potrei dire agli scettici è di avere sempre rispetto della parola altrui e di informarsi bene prima di dare un giudizio.

La mia storia è stata seguita da numerose persone e noti ufologi, come Timothy Good (nella foto – Per via delle sue competenze collaborò anche con i Russi e col Pentagono proprio in campo ufologico. Good è un noto sostenitore della teoria delle basi aliene sulla Terra, N.d.R.). Egli inserì il mio caso in almeno tre o quattro dei suoi libri, e venne a trovarmi ben quattro volte dall’Inghilterra, per studiare il caso. Invece, certe altre persone si sono limitate a esprimere il loro verdetto senza nemmeno alzarsi dalla loro scrivania, basandosi solo sui vari pettegolezzi messi in giro in internet. Io rispetto il loro pensiero, per carità, malgrado possa non condividerlo. Però è triste e limitante pensare che ci siano ancora persone che non credono all’esistenza di esseri dissimili da noi che popolano l’universo, come è logico e auspicabile che sia.

Dovremmo sperare di non essere soli. Sarebbe anch’esso molto triste. Ma non è così. Esistono sicuramente delle civiltà più evolute della nostra semplicemente perché il loro processo evolutivo è partito migliaia di anni prima; altre invece saranno al nostro pari o meno sviluppate; altre ancora addirittura già estinte… è nell’ordine delle cose. Non dobbiamo chiuderci al “diverso” e alla possibilità che ci sia molto altro là fuori. Non ci credete? Va benissimo, ma almeno sperateci! Aiuterebbe a sentirsi un po’ meno soli. Se la vita è nata qui, sarà nata anche altrove.

10 – Hai mai percepito messaggi telepatici in quel periodo, che potrebbero c’entrare con gli incontri da te vissuti?

Io personalmente non ho percepito alcun messaggio telepatico, ma la mia defunta nonna, che si trovò a faccia a faccia con quell’essere in occasione del nostro ultimo incontro ravvicinato sì, credo proprio di sì. Quella sera, la trascinai letteralmente fuori casa. Volevo non essere l’unico a vederlo, così la convinsi a scendere in cortile e la cosa incredibile è che quando lei si trovò di fronte a lui inaspettatamente gli sorrise. Lo guardò con una tenerezza tale che ancora oggi il ricordo mi commuove… sembrava l’atteggiamento di chi con saggezza si rivolge ad un bambino indifeso. Mia nonna con la sua semplicità, riuscì a comunicare più di quanto io avevo fatto con la mia razionalità. Questo è fantastico… incredibile. Tant’è che mia nonna mi disse di non preoccuparmi e che quell’essere si trovava in una situazione difficile, in cui nessuno dovrebbe mai trovarsi. Mi disse di lasciarlo stare… di lasciarlo andare. Quasi come se volesse difenderlo.

Io non ho poteri medianici, ma ho imparato ad ascoltare le mie sensazioni, ho sviluppato una certa empatia. Posso dire di aver anche intuito che qualcosa di brutto stava per succedere in quella estate del 2016, infatti così fu. Un terribile sisma distrusse cose, case e purtroppo vite. Credo che questa sia una qualità sopita che abbiamo tutti noi, solo che nel corso dei millenni e delle varie ere abbiamo perso gran parte del nostro bagaglio sensoriale sostituendolo con una tecnologia che ci ha dato tanto ma ci sta togliendo molto di più. Mai come in questa epoca di connessione ci siamo sentiti così soli. Abbiamo 5000 amici sconosciuti nella solitudine delle nostre stanze sempre più strette e sterili. Probabilmente se non avessimo la tecnologia, useremmo ancora questi nostri poteri telepatici per comunicare a distanza (come fanno quei popoli che, ancora oggi vivono a stretto contatto con la natura e lontano dalla civiltà; è il caso degli aborigeni australiani che, ancora oggi, saprebbero sfruttare i loro poteri telepatici. N.d.R.). Noi umani siamo molto di più di quello che pensiamo di essere. Grazie a quell’incontro del 1993 ora io riesco a vedere le cose per come sono e non per come sembrano.

11 – Nella tua vita, a parte questi fatti, hai mai vissuto altri fenomeni “paranormali”?

Secondo me, il mio incontro con quell’essere non è da condiderarsi paranormale ma semplicemente non ancora conosciuto. Non esiste il paranormale, esiste il normale non ancora noto. Per il resto, tutti noi viviamo esperienze paranormali nella nostra vita, ma spesso non ce ne rendiamo conto. Ombre, presenze sfuggenti, intuizioni, oggetti che cadono da soli mentre sto lavorando… ho vissuto questo tipo di esperienze.

12 – Dagli anni Novanta a oggi hai partecipato a numerose trasmissioni televisive. Sei stato a Mistero, da Maurizio Costanzo… Puoi raccontarci qualche aneddoto curioso risalente a questi momenti?

Sì, ho avuto modo di partecipare a molte trasmissioni televisive. Maurizio Costanzo Show, Mistero e prima ancora Il Bivio… tante tante trasmissioni. Una volta ce n’erano anche di più. Oggi sembra che diano più spazio ad un altro genere di televisione. Abbiamo perso tantissimo in questi anni. Al tempo, c’era più possibilità di raccontare questo genere di storie. Spesso accadeva che mi invitassero con l’intento di smontare il mio caso, ma questo giochetto non gli riuscì mai. Ogniqualvolta provavano a ridicolizzare il caso, ottenevano l’effetto contrario. Forse questa è una delle ragioni per cui la mia storia resiste ancora oggi ai vari attacchi che di tanto in tanto non mi fanno mancare. Ma il fatto che se ne parli ancora dopo quasi 28 anni dimostra la sua genuina forza e attualità. Anzi, direi, ormai vive di una “vita propria”.

Ci sono siti e riviste che continuano a parlarne, anche senza la mia autorizzazione. Gradirei che almeno mi venga chiesto il permesso di pubblicarle nel rispetto di chi lo fa e nel rispetto di chi paga il corrispettivo dovuto (una rarità). Infatti questo non avviene quasi mai, purtroppo. Spesso certa gente si sente legittimata a pubblicare le mie foto solo perché le trova in internet, ma questo è sbagliato. Anche perché spesso le usano con l’intento di denigrare o smontare il caso o perfino l’intero fenomeno UFO. È mio dovere tutelare questo materiale. Una volta, al Maurizio Costanzo Show riuscii a fa cambiare atteggiamento a Alessandro Cecchi Paone. Una piccola soddisfazione!

Comunque, l’assurdità è che si chiedono sempre prove ufologiche ai testimoni e spesso ci si lamenta del fatto che queste foto sono sempre sfocate o poco chiare. Quando invece si mostrano foto come le mie, si rischiano altri problemi e magari le autorità stesse ti impongono di nasconderle e non divulgarle. Vi pare possibile questo? Sembra quasi che si voglia mantenere volutamente il mistero su queste tematiche. Tutti vogliono la verità, ma quando gliela spiattelli in faccia, queste stesse persone fanno due o tre passi indietro. In realtà è dovere di tutti cercare di avvicinarci alla verità, qualunque essa sia.

13 – Nel corso delle tue indagini personali, hai mai avuto riscontri? Hai mai sentito di persone che, come te, avevano vissuto in quello stesso periodo incontri simili con quello stesso essere?

Assolutamente sì. Ho avuto dei riscontri. Una volta, venni contattato da Mistero e dopo un incontro a Milano vennero a Pretare per un paio di giorni a girare il servizio con l’inviato Andrea G. Pinketts. Durante la messa in onda della puntata, con mia sorpresa, una loro inviata, Melissa P., intervistò un testimone di spalle che volle rimanere anonimo a causa della professione che svolgeva e per questioni di privacy. Solo successivamente ebbi modo di appurare che si trattava di un funzionario di Pubblica Sicurezza che volle anche conoscermi durante la presentazioni del mio secondo libro. Egli, incalzato dalle domande di Melissa, dichiarò di aver visto assieme a suo padre, a un centinaio di chilometri da casa mia, la stessa cosa che vidi io. Quindi, non lo disse una persona qualsiasi ma una persona di un certo rilievo. Lui confermò la mia storia, confermando sia le fattezze della creatura sia il comportamento.

Nel corso degli anni comunque la mia storia si è incrociata coin quella di tante altre persone. Ho raccolto molto materiale. Potrei scrivere molti libri e già un paio ne ho scritti, ma pensavo anche di raccontare bene queste mie scoperte anche attraverso un docu-film, un film… perché secondo me questa storia lo merita. Se tutto questo fosse successo negli Stati Uniti, a quest’ora non solo ci avrebbero già fatto un film, ma anche un sequel! Qui in Italia invece sembra che non gliene freghi niente a nessuno degli UFO, anzi, se ne parli ti deridono. In Francia addirittura l’ufologia viene insegnata in certe scuole e università, per dirvene una. Altrove è diverso. L’Italia invece su parecchie tematiche sembra essere il fanalino di coda di tutte le altre Nazioni… il paese del pettegolezzo, del Grande Fratello… Poi, se parli di UFO, come dicevo, capisci che non gliene importa niente a nessuno. Eppure è un qualcosa con cui prima o poi tutto il genere umano dovrà fare i conti. Sarebbe opportuno non farsi trovare impreparati. L’Italia credo che non sia ancora preparata anche se piccoli passi avanti son stati fatti… forse anche un po’ per merito mio e della mia testardaggine.

Infatti molte persone, in seguito ai fatti del ’93, mi dissero anche “grazie”, perché secondo loro ebbi il merito si aver sdoganato un argomento che in Italia allora era abbastanza un tabù ancora. Rimarcarono il fatto che grazie al mio caso venne redatto un primo protocollo di comportamento e approcio utile a loro stessi, nel caso si fossero imbattuti in altri casi simili al mio in futuro. Allora c’era ancora molta confusione su come agire nei casi di incontri ravvicinati del terzo tipo. Grazie a quello che successe, da allora cambiarono un po’ di cose, a quanto pare. Mi fa piacere che nel mio piccolo abbia contribuito a rendere un servizio utile al Paese.

Pensiamo al Covid-19. Sembrava un qualcosa di così improbabile, impossibile, lontano da noi… eppure… siamo arrivati a questo. Quindi, mai dire mai. Non vorrei che accadesse una cosa del genere anche per quanto riguarda il discorso ufologico. Dovremmo essere pronti ad un incontro su larga scala, perché prima o poi succederà. Sarà inevitabile e anche in quel caso ci sarebbe una seria implicazione di carattere sanitario. Il contatto con organismi viventi o esseri non terrestri farebbe scattare i protocolli di quarantena, come del resto segue già ogni astronauta al rientro di una qualsiasi missione spaziale. Già si è vista un’apertura di molti governi a queste tematiche.

L’abitazione di Filiberto Caponi, luogo degli incontri del 1993, così com’è adesso, dopo il terremoto che la distrusse quasi completamente nel 2016.

14 – Sei mai stato sottoposto a esami psico-fisici, test, macchina della verità o cose di questo genere? Se sì, si sono rilevate anomalie? Hai mai riscontrato strani segni sul tuo corpo e, in tal caso, li hai mai fatti analizzare da uno specialista?

In quegli anni, sia io sia la mia famiglia siamo stati sottoposti a interrogatori e test, separatamente e poi tutti insieme, per capire se le nostre versioni collimavano al punto da poter essere ritenute attendibili e sincere. A quanto pare, era la prassi, almeno per quanto riguardava il noto Centro Ufologico Nazionale. A fare le domande era un centro ufologico molto noto.

In un’occasione, riscontrai sul mio corpo anche un’alterazione fisica. Quella sera del 9 Maggio, al mio primo incontro con quell’essere, allungai il piede destro e lo toccai. Alcuni giorni dopo, non subito, scoprii che la pianta del mio piede era diventata nera… scura. Mi rivolsi al Primario di Dermatologia dell’Ospedale di Ascoli Piceno, il quale ammise la stranezza del fenomeno. Tant’è che volle parlarne alla presentazione del mio secondo libro (Il Caso Caponi, un Incontro Unico Al Mondo). Ci mise la faccia e ammise di non avere alcuna idea di cosa potesse trattarsi. Non riuscì a prescrivermi alcuna terapia, per via dell’assenza di simili patologie nella storia della medicina conosciuta. Io mi spaventai, quando seppi questo. Temetti il peggio, perché non sapevo se mi sarebbe mai passato o se potesse anche peggiorare. Gli astronauti di ritorno dallo spazio vengono messi in quarantena, proprio per evitare eventuali contaminazioni. Io invece avevo toccato con il piede un presunto essere extraterrestre! In realtà poi il piede guarì da sé e l’unica cosa che mi rimase fu una differenza con l’altro piede in fatto di sudorazione: il piede destro, con cui toccai quell’essere, in estate non mi sudava più come invece capitava al sinistro. Oggi si è leggermente più normalizzato, ma ancora c’è differenza tra i due piedi. Piano piano il destro sta tornando normale.

Una volta mi invitarono anche a sottopormi alla macchina della verità durante un programma televisivo e io accettai, ma poi non si fecero più sentire e da lì a poco il programma condotto da Balestra non andò più in onda. In un’altra occasione, mi proposero di sottopormi a ipnosi regressiva e lì fui io a rifiutarmi, ma semplicemente perché mi dissero che in seguito avrei potuto soffrire di disturbi del sonno. Visto che già ne soffrivo di mio, preferii non accettare. Ad ogni modo, credo che oramai sarebbe inutile sottopormi alla macchina della verità. Non credo di dover convincere nessuno. Ognuno è libero di credermi o meno. Dopo trent’anni da quella serie di eventi, mi sento di dire questo.

Nella casistica ufologica, i misteriosi Uomini in nero farebbero parte di un ente segreto governativo incaricato di interrogare ed eventualmente mettere a tacere i testimoni di presunti incontri ravvicinati con esseri extraterrestri.

15 – Ora vorremmo chiederti se sei credente. In tal caso, qual è il tuo credo? Al contrario, se non lo sei, segui qualche filosofia di vita? Ti consideri gnostico? Agnostico? Ateo o cos’altro?

Io sono di estrazione cattolica, come molti in Italia. Mia nonna era credente e praticante. Tuttavia, in seguito a questa esperienza il mio credo ne è uscito rafforzato. Quella è stata la prova che c’è molto di più rispetto a quello che ci raccontano. Esiste un creatore che ha distribuito la vita non solo sulla Terra ma in diverse parti dell’universo. C’è un’esplosione tale di diversità biologiche vitali e spirituali che forse non avremo mai modo di apprezzare e comprendere fino in fondo in una sola vita questa immensa Verità.

Parlai anche con dei prelati preoccupati che questa mia esperienza potesse far vacillare una fede generale già fortemente in crisi. Credere negli alieni poteva mettere in discussione l’esistenza di Dio stresso… Al contrario, risposi io, Dio non è già inteso come essere extraterreno, quindi alieno? Anzi, tutto ciò non faceva altro che rafforzarla questa fede così limitante e antropocentrica! una simile rivelazione faceva emergere un Dio così grande e non avaro di Vita, che non si era limitato ad impollinare solo un minuscolo granello si sabbia come la Terra in relazione alle immensità dell’Universo. Perché tanto spazio per noi soltanto? Un inutile spreco di spazio, non credete? Inoltre, perché dovremmo sorridere quando si parla di alieni o UFO mentre dovremmo credere come dogma di fede assoluta e prendere sul serio le storie che 2000 anni fa videro protagonista un Signore di nome Gesù Cristo che faceva miracoli, moltiplicava pani, vino e pesci camminando sull’acqua e resuscitando dalla morte un certo Lazzaro e anche se stesso? D’altronde, anche la Chiesa studia le stelle, possiede anche un osservatorio: la “Specola Vaticana“, evidentemente non per spiare Dio! Per cui di cosa stiamo parlando? Padre Funes, direttore della struttura, ha più volte dichiarato anche al Tg2 della Rai che dobbiamo abituarci ad accogliere i nostri fratelli dell’Universo. Pertanto, anche la Chiesa si sta aprendo e prendendo atto di un qualcosa che non potrà essere nascosta ancora a lungo.

16 – Credi nella vita oltre la morte? Nell’esistenza di dimensioni ultraterrene? Nella possibilità che gli esseri viventi possano essere corpo ma anche spirito?

Ci credo e ci spero. Inoltre, credo che non ci sia solo un universo ma addirittura dei Multiversi, quindi si potrebbero ipotizzare altre versioni di noi stessi in altre realtà, e ogni tanto per qualche ragione ci percepiamo altrove, in un modo diverso da quello che riteniamo il nostro presente, e magari all'”altro noi” capita lo stesso. Chissà! È un discorso ampio e complesso, che scomoda anche la fisica quantistica e la teoria della stringhe, che non possiamo raffrontare in questa occasione. Mi piace pensare che le persone che muoiono abbandonino la loro parte organica per continuare a vivere altrove, in un altro universo, appunto. Non escludo neppure l’idea che alcuni di questi extraterrestri che vengono a farci visita possano essere spiriti ormai incorporei provenienti dal multiverso o dai multiversi. Addirittura, potremmo essere noi stessi (in forma umana e fisica) che torniamo a guardarci dal futuro, avendo finalmente scoperto il modo di viaggiare nel tempo. Ipotesi che non escludeva neanche Albert Einsten, anche se riteneva più possibili i viaggi nel futuro più che nel passato, per le non poche implicazioni che questi potrebbero comportare. Sono tante le ipotesi.

La vera domanda, il vero mistero, è Dio. Semmai un giorno, dovessi trovarmi al suo cospetto, gli chiederei un’unica cosa: “Dio, ma a te… chi ti ha creato?”. Immagino sorridendo la scena di un Dio Padre Onnipotente che ammette di non saper rispondere all’unica domanda che forse egli stesso non si è mai posto, amettendo la sua unica debolezza. Rendendolo più umano e vicino a noi poveri vulnerabili mortali al suo cospetto. Infatti se si pone la seguente domanda: “ma Dio chi è?” L’unica risposta possibile è: “Dio È”. Punto. Ma non voglio essere scambiato per blasmemo. Sono tutt’altro!

Sarebbe assurdo e inconcepibile se tutto finisse con la morte fisica. Dio, nella sua massima intelligenza deve per forza aver dato un senso alle nostre vite. Non si può finire così, in un nulla di fatto! Uno vive la sua vita di piccole gioie e non pochi stenti per poi morire e finirla lì… No, non credo sia né logico né possibile né il frutto di un creatore superiore. Non avrebbe senso. Dio (e quando dico “Dio” mi riferisco alla divinità; ad una intelligenza universale che qui sulla Terra ogni religione chiama a modo suo, e non a un Dio specifico) non può aver creato tutto questo per farci morire semplicemente di una morte organica. Non avrebbe alcun senso. Tuttavia, nessuno conosce simili risposte per certo. Io sono arrivato di mio a simili conclusioni vivendo.

Filiberto Caponi è un restauratore. Qui lo vediamo all’opera su un affresco a tema religioso.

17 – Cosa ne pensi della reincarnazione?

Anche questa è una possibilità affascinante. Ultimamente, la sto prendendo fortemente in considerazione. Ora più che mai. Il percoso di vita di ognuno di noi ci fa maturare e prendere come possibili quelle che anni fa ci sembravano cose da fantascienza. Ma poi, tornando alla risposta precedente, mi convinco sempre di più della teoria di più Universi. È possibile che, contemporaneamente un altro Filiberto Caponi possa trovarsi in un altro universo a fare tutt’altro, magari in un’altra epoca storica. Alla fine, quando tutte le possibili vite dei vari multiversi si esauriscono, i vari frammenti di spirito potrebbero ricongiungersi in un tutt’uno, sommando le varie esperienze raccolte, diventando così “Dio di se stesso”, per così dire. Ognuno di noi può arrivare a essere parte di Dio. Ma per arrivarci, non basta una vita, ne servono molte. Serve raccogliere decine, centinaia di esperienze diverse. La reincarnazione quindi è l’unico modo che ci permette di far ciò, l’unico modo per imparare a vivere. È anche bello pensare che un mio caro defunto possa rinascere e, in seguito, ritornare in vita in un nuovo corpo. Questo mi darebbe la possibilità di rivederlo e di instaurare con lui un nuovo rapporto… Magari, quando ci capita di provare empatia o essere in sintonia con qualcuno in particolare, potrebbe trattarsi di un nostro caro o “avo”, senza che entrambi se ne abbia coscienza. Chi lo sa! È un discorso abbastanza complesso ma semplice allo stesso momento, che però è difficile inquadrare in una sola risposta.

18 – Già da qualche anno, girano voci riguardanti un possibile film inerente il tuo caso. Puoi dirci se è così ed eventualmente quando uscirà?

Sì, da qualche anno sto cercando di portare sul grande schermo questa vicenda. In realtà, è una promessa che ho fatto a mio padre in punto di morte. E io sono una persona che mantiene fede alle promesse fatte. Il problema è che in questo caso, non dipende solo da me ma dalla lungimeranza di qualche produttore che sia pronto ad affrontare un discorso del genere. Questa è una storia che, se raccontata nel modo giusto, potrebbe dare un messaggio positivo non solo all’Italia ma a tutto il mondo. Specialmente oggi, in questo particolare periodo storico.

Prima del sisma del 2016 sono entrato in contatto con molte case di produzione, anche grandi major. Il problema è che servono più produttori. Da qualche anno per sostenere i costi elevati si opta per cooproduzioni internazionali, perché solo investendo molti soldi è possibile creare un prodotto di qualità. Oltretutto, il settore cinematografico è un po’ in crisi, specialmente in Italia, se si parla di fantascienza. C’è anche da dire che, purtroppo all’estero c’è un po’ questa idea generalizzata. O, meglio, siamo più apprezzati per le commedie rispetto a tematiche del genere. Ma sono sicuro che le cose, dopo questo fermo pandemico che il mondo del cinema è stato costretto ad affrontare, possa e sappia cogliere opportunità nuove ed aprirsi ad altre possibilità un po’ sottovalutate fino ad ora, sopratutto in Europa.

Quindi, questo potrebbe anche essere una sorta di appello: cercasi produttore lungimerante! Questa mia vicenda merita di essere raccontata attraverso un Fim. Ne sono Convinto io, lo era mio padre e spero che arrivino a pensarlo anche gli adetti ai lavori, dando seguito a qualche seria proposta. I produttori che si rifiutano di produrre ci perdono per primi loro, perché questa è una possibilità che capita una sola volta nella vita. È un’opportunità che, se fossi un produttore, coglierei al volo, perché avrei la possibilità di raccontare una storia unica… vera.

19 – Puoi parlarci dei tuoi libri? È possibile trovare informazioni riguardanti la tua esperienza anche online? Esiste un sito ufficiale?

Sì, ne esistono due: Se torni fatti vivo (Editore Le Vespe, 2002) e Il Caso Caponi, un Incontro Unico al Mondo (Fas Editore, 2011). Stavo anche lavorando a un altro libro, ma poi mi sono concentrato sull’idea di girare il film.

Comunque, possiedo ancora personalmente alcune copie e, nel caso i miei libri non fossero più disponibili all’acquisto, sono disposto a inviarveli io, magari anche autografati se volete. Nel caso, scrivetemi!
Il mio numero di telefono è:

+39 345 217 3910

La mia e-mail: contatti@filibertocaponi.it

Sono sempre disponibile e cerco di rispondere sempre a tutti.

20 – Già qualche anno fa era stata pubblicata sul nostro sito la recensione di un tuo libro. C’è qualcosa che vorresti dire a tutti i nostri lettori?

A tutti i miei lettori o conoscitori del mio caso vorrei dire innanzitutto “grazie” per aver dedicato anche solo un minuto del vostro tempo per ascoltare e leggere e apprendere questa storia. Vorrei anche dire di rimanere possibilisti, con la mente aperta a queste tematiche… di approcciarsi a questa mia storia in punta di piedi… di leggerla bene, di rifletterci un po’ su e solo dopo di decidere se crederci o meno. Sono certo che sentirete a pelle quanto sia vera. Chi ha le antennine ancora funzionanti potrà percepirlo.

Come dicevo, sono sempre disponibile con tutti. Chi volesse contattarmi per domande, commenti, proposte, progetti, o per il film… può farlo liberamente. Il numero ora ce l’avete.

Ringrazio Giorgio per avermi dato l’opportunità di raccontare ancora una volta tramite questa intervista un vissuto importante della mia vita… che è importante non solo per me bensì per tutti coloro che percepiscono ci sia altro… tanto altro; per la Terra stessa che ci ospita e sopporta malgrado la nostra invasività. Per questo la sto raccontando e voglio continuare a farlo. Nel momento in cui state leggendo questa intervista, voi stessi siete già parte di questa storia. Quindi non è qualcosa di così lontano, qualcosa che non vi riguarda da vicino. Anzi, riguarderà prima o poi tutti noi… o chi verrà dopo.

La domanda principale è “siamo soli nell’universo?”. Io una risposta l’ho ricevuta, ma ognuno di noi è giusto e doveroso che cerchi la propria verità. Grazie a tutti per l’attenzione.

Grazie a te per la disponibilità.

A cura di GIORGIO PASTORE

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.