I MISTERI DELLA PASQUA

Beltane, Valpurga, Ostara e la primavera

La Pasqua, celebrata in tutto il mondo, è una festività ricca di significato, simboli e tradizioni millenarie che si intrecciano tra Paganesimo e Cristianesimo. Esplorando le sue origini, ci troviamo di fronte a un affascinante intreccio di credenze, misteri e riti che si sono evoluti nel tempo, nel corso dei secoli.

Le radici pagane della Pasqua: Ostara e Beltane

Le radici più antiche della Pasqua affondano nel paganesimo, con festività come Ostara e Beltane.

Ostara (da cui deriva il termine anglosassone “Easter“) era celebrata intorno all’equinozio di primavera ed era un momento dedicato alla fertilità e al rinnovamento della natura. In questa occasione, si onoravano divinità legate alla rinascita e in particolare alla rinascita della vita, come la dea germanica Ostara, da cui il nome della festa deriva. Le uova colorate e i conigli, simboli di fertilità, erano comuni in queste celebrazioni, elementi che si sono poi trasferiti nella tradizione pasquale.

Beltane, invece, era una festa celtica celebrata all’inizio di maggio per accogliere la stagione estiva. Era un periodo di gioia e celebrazione dell’amore, della fertilità e della prosperità. I falò accesi durante Beltane erano considerati purificatori e protettivi, e le persone saltavano sopra di essi per assicurarsi fortuna e benedizioni per l’anno a venire.

La trasformazione cristiana: da Valpurga alla Pasqua

Con l’avvento del Cristianesimo, molte festività pagane furono assimilate e trasformate in celebrazioni cristiane. Un esempio è rappresentato da Valpurga, una santa cristiana che fu associata al periodo di Beltane. La notte precedente il primo maggio, conosciuta come la Notte di Valpurga, veniva vista come un momento in cui le forze oscure erano particolarmente attive, e si credeva che accendere fuochi e fare rumore potesse scacciare gli spiriti maligni.

Molti secoli fa, nella notte tra il 30 aprile e il Primo Maggio si festeggiava Valpurga, per celebrare il passaggio dalla stagione fredda a quella mite, dall’oscurità alla luce. I Celti infatti conoscevano solo due stagioni, non quattro come sono ora. I giorni di passaggio da quella fredda a quella calda e viceversa erano molto importanti. Il periodo di festa poteva anche essere esteso a più giorni. Valpurga, che poi sarebbe divenuta Beltane (in onore del dio Bel, che personificava la luce, il Sole) poteva festeggiarsi dal 28 aprile fino al 3 maggio. In occasione di questa festa, si beveva, si ballava e gli sposi novelli giravano attorno al “palo sacro” tenendo per mano delle strisce bianche e rosse che salivano su fino in cima. Girando, queste si intrecciavano andando a simboleggiare la loro unione. Non a caso, Beltane era anche (e soprattutto) una festa legata alla fertilità, alla rinascita. Era usanza gettare semi sul terreno e fare l’amore. Presso gli antichi Romani, almeno dal 238 a.C. si festeggiava la dea Flora, legata anch’ella alla natura e alla primavera. La festività a lei dedicata si chiamava Floralia e cadeva proprio in questo stesso periodo.

Con l’arrivo del Cristianesimo, questi culti pagani vennero assimilati alla Pasqua e a Calendimaggio, ma una cosa è certa: così come Shamain (che cade nella notte tra il 31 ottobre e il primo giorno di novembre), anche Beltane rappresenta un momento magico, in cui le barriere tra i due mondi, il nostro e quello degli spiriti, si assottigliano. Dopotutto, ben poco è cambiato. Ancora oggi, “rinasciamo” con l’arrivo della primavera e delle giornate di Sole, perché quest’ultimo è vita. Cambiano i nomi, ma la sostanza è sempre quella.

La Pasqua cristiana, che commemora la risurrezione di Gesù Cristo, venne stabilita nel calendario liturgico per coincidere con le celebrazioni pasquali pagane. Questa fusione di tradizioni ha portato alla creazione di una festività che incorpora elementi sia pagani che cristiani. In definitiva, esplorare le origini della Pasqua ci permette di apprezzare la ricchezza della storia umana e di celebrare la diversità delle tradizioni che ci collegano al passato. Che si festeggi le antiche divinità pagane o la risurrezione di Cristo, la Pasqua è pur sempre un momento di riflessione, trasformazione e speranza per un futuro migliore.

Giorgio Pastore

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